Sequestri, traffici, condanne: dalla Toscana alla Sicilia, la guerra alla contraffazione non finisce mai

Sono mesi intensi per la lotta alla contraffazione. Ieri il giudice monocratico di Pisa ha condannato Shangjin Zheng, 35 anni, e Zhengya Yang, 45, a un anno e mezzo di reclusione per ricettazione, introduzione sul territorio italiano e commercio di prodotti industriali contraffatti o alterati. Pena che potrà essere tuttavia sospesa di fronte al pagamento della provvisionale di 10.000 euro a testa. Nel capannone che avevano preso in affitto a Pontedera la Guarda di Finanza aveva sequestrato nel febbraio 2015 oltre 160.000 articoli di abbigliamento, borse, cinture, scarpe e accessori vari per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro.  Mercoledì, tre commercianti del trapanese sono stati denunciati per contraffazione e ricettazione di pelletteria griffata. I militari delle fiamme gialle hanno infatti sequestrato 140 paia di scarpe e 30 borse con i loghi di grandi griffe, poste in vendita da venditori ambulanti abusivi. Lo scorso 21 dicembre, nella zona industriale dell’Osmannoro, a Sesto Fiorentino, i carabinieri avevano effettuato un altro maxi sequestro di borse e altri prodotti di pelletteria per un valore di circa 100.000 euro in un capannone gestito da cinesi. Un’altra importante azione contro il crimine era stata messa a segno, sempre a dicembre, in Spagna. In quel caso la polizia aveva smantellato uno dei principali centri di smistamento del falso dell’Unione europea, arrestando 71 persone (in maggioranza israeliani e marocchini) e sequestrando 270.000 pezzi tra orologi, gioielli, scarpe e borse per un valore di mercato che superava gli 8 milioni di euro. A Napoli, poi, la polizia municipale aveva eseguito un blitz in via Santa Candida sequestrando 1.600 paia di scarpe griffate mentre a Brescia gli agenti avevano recuperato oltre 4.000 capi contraffatti in due appartamenti adibiti a magazzino. L’ultimo sequestro di dicembre era invece avvenuto a Cagliari, dove la guardia di finanza aveva confiscato 250 prodotti di moda contraffatti a due venditori ambulanti. Non solo contraffazione, però, all’attenzione delle forze dell’ordine. Mercoledì, infatti, la guardia di finanza di Taranto ha eseguito nove arresti (sei in carcere e tre ai domiciliari) per i reati di associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività finanziaria e usura. La presunta organizzazione criminale avrebbe erogato finanziamenti a tassi usurari ad alcuni imprenditori in difficoltà economica, tra cui in particolare un noto imprenditore salentino del settore calzaturiero. (art)

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