Cicatrici e vene, le pelli francesi di vitello sono un disastro: “Solo il 20% buone per il lusso”. CNC lancia l’appello agli allevatori

Welfare animale e tracciabilità. È questa la ricetta che il Conseil National du Cuir (CNC) propone per innalzare la qualità delle pelli grezze di vitello di origine francese. La situazione è critica: dal palco del sesto simposio internazionale del Vitello (organizzato a La Baule da Interbev il 25 e 26 aprile), l’organizzazione della filiera del cuoio francese spiega che “solo il 15% della materia prima conciaria ha le caratteristiche per il segmento alto, mentre solo il 5% per il lusso”. A danneggiare le pelli sono soprattutto le cicatrici lasciate da infezioni, parassiti e ferite che i bovini si procurano nelle stalle e durante i trasporti. Problema piuttosto nuovo, inoltre, è quello delle vene e delle smagliature, secondo CNC forse legato alla diversa alimentazione proposta ai vitelli, dalla quale dipende il maggiore peso cui arrivano al momento del conferimento al macello. Per questo la filiera francese del Cuoio sensibilizza gli allevatori a una maggiore attenzione alle condizioni degli allevamenti: investendo su vaccinazioni e adeguamenti strutturali che possano evitare ai vitelli traumi superflui. In cambio, CNC lavora a un progetto di tracciabilità che permetta di conoscere la provenienza delle pelli dalle caratteristiche più alte. (In foto: un esempio di pelle di vitello affetta da tigna)

 

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