Fashion art addiction: colori pop, stampe ottiche ed estrema riservatezza. Louis Vuitton, Blahnik e Longchamp si ispirano ai maestri del pennello

Se il design dell’alta moda è un’espressione artistica, non c’è nulla di più naturale che le griffe si affidino, o si ispirino, ai grandi interpreti dell’arte. Lo fa, ad esempio, Louis Vuitton, che per la collezione Donna del prossimo autunno-inverno ingaggia nell’ufficio stilistico un collaboratore d’eccezione: Jeff Koons, campione statunitense della corrente neo-pop (che con marchi del gruppo LVMH, oltretutto, ha già collaborato). Sui termini della collaborazione, stando a quanto riporta la stampa internazionale, non si conoscono i particolari perché le parti avrebbe sottoscritto un’intesa con alto livello di riservatezza. È invece certo che Manolo Blahnik ha messo in vendita sulla piattaforma online Farfetch una capsule collection di 5 modelli di calzature (nella foto, un esemplare) ispirati, nelle forme e soprattutto nei colori, allo stile di Mark Rothko, esponente della Pop Art statunitense. Sophie Delafontaine, direttrice creativa di Longchamp, si è ispirata invece a Victor Vasarely, artista ungherese fondatore della Op-Art (dove “Op” sta per optical), per ideare le due stampe che caratterizzano la sua ultima collezione di borse.

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