Prada prevede un 2018 positivo grazie alla borsa. Ma tutto il lusso è in debito con gli accessori

C‘è del buono nel 2017 di Prada. Malgrado i numeri della griffe siano ancora problematici, il ceo Patrizio Bertelli (nella foto), parlando con Milano Finanza Fashion, ha inquadrato alcuni elementi che lasciano sperare in un 2018 positivo: gli investimenti nel retail, quelli nella comunicazione e, soprattutto, i risultati commerciali degli accessori. “Abbiamo con successo arricchito l’offerta di pelletteria in tutte le fasce di prezzo – sono le sue parole – con molte novità che stanno supportando le vendite a prezzo pieno”. Ma non è Prada l’unica griffe a dover pagare il giusto tributo alla borsa. Secondo un’analisi condotta da Stanford C. Bernstein e pubblicata da Business of Fashion, gli accessori valgono oltre il 90% delle vendite di Coach, l’88% di quelle di Bottega Veneta, l’80% di Louis Vuitton e il 57% di Gucci. Anche per brand solitamente identificate con altre categorie di prodotto le quote sono alte: il 35% del giro d’affari di Ferragamo, così come per Burberry, viene dagli accessori, mentre il gruppo Tod’s qui guadagna il 16% del fatturato.

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