Il distretto di Savar è un flop: il depuratore non filtra il cromo. “L’inquinamento è stato spostato, non risolto”

“L’inquinamento fluviale è ricollocato, non è risolto”: un’inchiesta giornalistica in due puntate condotta dalla testata New Age Bangladesh conferma che l’operazione Savar, cioè il trasferimento dal distretto conciario di Hazaribagh in un nuovo e più moderno sito produttivo, è stata fin qui fallimentare. Non solo per i ritardi (epici), ma anche per i risultati. La testata bengalese registra le numerose perplessità della Bangladesh University of Engineering and Technology. Al fornitore cinese che costruisce e manutiene l’impianto di depurazione di Savar non è stato chiesto di fornire un servizio specifico per il cromo, né risulta che sia in grado di offrire un degno trattamento chimico dei reflui. Così ogni giorno, scrive New Age, le 111 aziende ricollocate sversano nel fiume Dhaleswari 22.000 metri cubi di reflui non trattati, mentre da recenti analisi delle acque è risultata una presenza di cromo superiore di due volte ai limiti di legge. Intanto alle concerie è consentito uno smaltimento “eccezionale” dei rifiuti solidi che ha ricadute pesantissime per il territorio e le attività agricole. Il problema dell’inquinamento è stato spostato in un luogo più lontano dalla capitale Dhaka, insomma, ma non risolto. (foto da newagebd.ent)

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