Dopo la chiusura di Hazaribagh la pelle bengalese fa la conta dei danni: in fumo 136 milioni di export per assenza di materia prima

Almeno 12 miliardi di taka, cifra equivalente a circa 136 milioni di euro. L’area pelle del Bangladesh conta i primi danni dalla chiusura del distretto di Hazaribagh, polo conciario che ha cessato le attività dopo 15 anni di tira e molla giudiziari. E lo fa tramite l’associazione degli esportatori di pelle e prodotti in pelle, che con il quotidiano economico locale the Financial Express fa la stima degli ordini esteri che sarà impossibile rispettare per assenza di materia prima. Il ritorno alla normalità produttiva sarà possibile solo una volta completato il trasferimento nel nuovo polo conciario di Savar, ma “il Governo ci ha costretto ad abbandonare Hazaribagh senza garanzie su quando saranno operative le nuove strutture – racconta il presidente dell’associazione esportatori –: è stata una mossa scriteriata contro un’intera industria”. A ognuno la propria opinione. Di certo c’è che per la filiera della pelle bengalese si prospetta uno stop in seguito a un periodo di crescita. Nel periodo luglio-marzo dell’anno fiscale 2016-2017 l’export di pelle e prodotti in pelle ha raggiunto un giro d’affari di 922,9 milioni di dollari, in crescita dell’8,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

 

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