Brasile, Joesley Batista (JBS) torna in Patria e accusa due ex presidenti: “Li pagavo”. La filiera del bovino rallenta

Prima la cronaca. Dopo una periodo di assenza del Brasile (trascorso in Cina e non negli States) Joesley Batista, ex presidente del gruppo JBS, domenica è rientrato in Brasile. Il suo passaggio in patria è destinato a gettare altra benzina sul caso Lava Jato: il manager avrebbe detto alle autorità di aver avuto fondi offshore con i quali ha pagato tangenti ai due ex presidenti Lula e Dilma Rousseff. Non ci sarebbe stato solo l’attuale premier Michel Temer, dunque, iscritto al suo libro paga. Mentre il caso giudiziario si avvita in una nuova spirale, la filiera brasiliana del bovino fa i conti con la crisi. Nel mese di maggio, stando alle anticipazioni riportate dalla stampa, sarebbero rallentate macellazioni, produzione di carne ed export. Secondo le analisi di mercato di MB Agro, mentre Minerva e altri operatori minori riprendono le attività nel Mato Grosso, i macelli del Paese cercano di articolare una nuova rete per occupare lo spazio che JBS si appresta a lasciare libero. L’associazione di categoria ha avuto un incontro con BNDES, istituto di credito al governo, per propiziare il sostegno ai piccoli allevatori. Nelle zone del Paese in cui JBS è monopolista non risultano problemi nella filiera. La stampa australiana, intanto, si interroga sui possibili effetti sulla filiera nazionale del bovino di un’eventuale collasso della capacità produttiva della divisione locale di JBS. Qui la multinazionale dei fratelli Batista detiene una fetta del 35% del mercato e un suo repentino downgrade potrebbe generare una spirale ribassista dei prezzi. L’ago della bilancia, però, secondo gli australiani non sarebbe tanto negli sviluppi della vicenda brasiliana, quanto nella possibilità di una detonazione del caso negli States, dove l’associazione degli Allevatori ha chiesto al Governo di appurare eventuali irregolarità nell’espansione di JBS.

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