JBS nomina un advisory board per la divisione USA, mentre la poltrona di Wesley Batista traballa

JBS, la multinazionale brasiliana della carne, prova a scrollarsi il peso dello scandalo Lava Jato e a programmare il futuro. Dopo le cessioni, il gruppo con base a San Paolo programma il futuro. In prima battuta con investimenti mirati a diversificare il business. JBS sta per impegnare l’equivalente di circa 8 milioni di dollari per la produzione di fertilizzanti agricoli, bene per il quale il mercato brasiliano si rivolge alle importazioni. Ancor di più ridisegnando il management della holding. Lo stesso gruppo comunica che JBS USA, la divisione che riunisce le attività in Stati Uniti, Messico, Canada, Australia e Nuova Zelanda (e che produce il 75% del fatturato della multinazionale), ha nominato un advisory board composto da 4 persone che la renderà autonoma in ambiti quale la corporate governance, il risk management, il marketing e i problemi di regolamentazione. Intanto è fissata per il primo settembre l’assemblea straordinaria dei soci di JBS. Il banco governativo BNDES, socio di minoranza del gruppo, secondo la stampa internazionale è intenzionato a chiedere la rimozione di Wesley Batista dal ruolo di ceo globale di JBS. La multinazionale ha ingaggiato l’istituto BR Partners Banco do Investimento per mediare una soluzione. A proposito della news datata 26 luglio sull’operazione JBS-Bertin, la multinazionale brasiliana comunica che “la decisione del Tribunale Federale è stata presa nel 2015 e non c´è niente di nuovo”.

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