Assemblea ACRIB, Badon avvisa: “Diversificare per essere competitivi”. Il 2016 un anno d’oro

“I nostri costi non sono assorbibili se non da prodotti a elevato valore aggiunto, ma la qualità non sarà più e solo appannaggio di scarpe in pelle e cuoio. Ha ormai preso piede un modo di vivere e calzare, anche per consumatori facoltosi, diverso dal passato”. Lo ha affermato ieri Siro Badon nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione calzaturifici Riviera del Brenta (ACRIB) da lui presieduta. Badon ha spiegato agli imprenditori brentani che “bisogna organizzarsi, soprattutto in termini di distretto, per competere anche su quel segmento di mercato” in modo da “evitare che crescenti quantità di paia vengano dirottate in altre aree del Paese”. “Con questo non voglio dire che scompariranno le nostre calzature tipiche, parlo di quelle in pelle e cuoio, quelle per le quali siamo i migliori al mondo – sottolinea Badon -. Dovremo invece allargare la forbice, aprirci, mantenendo la nostra attività tipica che è fatta di un’alta percentuale di manodopera e know how”. Nel corso del 2016 il distretto ha mostrato un andamento positivo, “opposto a quello italiano” ha evidenziato Badon. Il numero di aziende è cresciuto di 12 unità raggiungendo il numero di 532, rappresentando il 75,8% del totale veneto e l’11,9% dell’Italia. Gli addetti sono passati da 10.032 a 10.389, ossia +357, mentre le paia di scarpe prodotte sfiorano i 20 milioni: 19.822.440 per la precisione, ossia il 2,1% in più sul 2015. Il dato più interessante è forse però quello del fatturato, che per la prima volta ha superato i 2 miliardi di euro (2.002,81 milioni) con un incremento del 6,2%. Con questo valore, il sistema calzaturiero della Riviera del Brenta realizza complessivamente il 59,9% del fatturato del comparto veneto e il 20,3% di quello nazionale. (art)

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