Come prevenire la contraffazione (e altro). La ricetta del Brenta e l’accordo committenti-terzisti

“Sono stati fissati dei minimi sotto ai quali non si può andare. Ogni 6 mesi questi contratti vengono rinnovati e, prima di saldare le fatture, vengono richiesti il DURC, il modello F24 e l’iscrizione alla Camera di Commercio”. Sono questi i capisaldi del contratto che in Riviera del Brenta regola i rapporti fra aziende e terzisti. A raccontarlo è stato il presidente ACRIB Siro Badon, nel corso di una trasmissione andata in onda sull’emittente locale Tele Venezia. “C’è stato un periodo in cui, grazie ad alcune trasmissioni, la Riviera del Brenta era conosciuta più per l’illegalità dei lavoratori clandestini anziché per i prodotti che venivano realizzati” ha continuato Badon, evidenziando però come questo “massacro mediatico” abbia messo “all’erta” il distretto portando, per l’appunto, alla sottoscrizione dell’accordo fra associazioni ed ente camerale. “Bisogna anche mettersi nei panni di chi non può più comprarsi quello che gli piace, ma deve accontentarsi di ciò che può permettersi – continua il presidente ACRIB -. Il problema però dovrebbe essere quello di salvaguardare le importazioni e sapere cosa si importa e non pensare di concedere ai cinesi di fare coi loro prodotti un’economia di mercato”. Oggi, grazie all’accordo e alla stretta collaborazione con le Forze dell’Ordine, in Riviera del Brenta sono soddisfatti dei risultati portati dalla “buona strategia per la prevenzione della contraffazione” sviluppata e messa in campo.

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