Eppur si muove. Nei 9 mesi la scarpa italiana rialza la testa: “Timida inversione di tendenza, non ripresa”

Movimento lento, ma in area positiva. Secondo la nota congiunturale diffusa da Assocalzaturifici, nei primi 9 mesi la produzione calzaturiera italiana è cresciuta in media dello 0,7% in volume e del 2,1% in valore tra le aziende del campione. Nel periodo gennaio-agosto, l’export è aumentato del 2,2% in valore e dell’1,4% in quantità. Bene la Russia (+28,3% in volume e +18,4% in valore), mentre in Italia si vendono solo le sneaker. Nei primi 9 mesi, infatti, i consumi interni segnano +0,4% in valore e -0,3% in quantità mentre la categoria “calzature sportive e sneakers” evidenzia un incremento nella spesa di poco superiore al 4% (con un +3,3% in volume). “Ci avviamo alla chiusura di un anno in cui, dopo un lungo periodo insoddisfacente, iniziano a manifestarsi primi timidi segnali di inversione del ciclo. Ma non possiamo cedere a facili entusiasmi: la ripresa, già rilevata in altri settori produttivi nazionali, non è per noi ancora in corso. Tante sono ancora le imprese in difficoltà” è il commento della presidente di Assocalzaturifici Annarita Pilotti (nella foto). Nel quadro generale non può essere trascurato il calo dei calzaturifici attivi a fine settembre 2017 (-99 unità, -2% rispetto a dicembre 2016), mentre il numero di addetti presenta un saldo positivo di 279 occupati sul consuntivo 2016, pari a un +0,4%, anche se il terzo trimestre ha visto interrompersi il recupero delle prime due frazioni. (mv)

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