Fucecchio, la scarpa perde colpi, dicono i sindacati. “Chi lavora sull’alta qualità non ha problemi”, rispondono i calzaturieri

Finora aveva retto la crisi meglio di altri distretti produttivi. Ora anche la zona calzaturiera di Fucecchio, che conta circa 50 realtà produttive, perde colpi. Lo annunciano i sindacati, segnalando un aumento nelle richieste di Cassa Integrazione, che coincide, tra l’altro, con i mesi che, stagionalmente, mostrano un picco produttivo. Una negatività in parte confermata da Paolo Nacci, presidente del consorzio Toscana Manifatture: “Ci sono aziende nel nostro territorio che hanno avuto flessioni. Per il 2017 avevamo molte aspettative che non sono state soddisfatte. Chi lavora sul prodotto di alta qualità, però, non sta soffrendo come chi produce una scarpa di livello medio”. Un esempio: Freeland, che produce calzature per le maggiori griffe internazionali, e nell’ultimo anno ha visto crescere il suo fatturato del 25%. “Nell’ultimo periodo sto dando lavoro a tre calzaturifici di zona e sono stracarichi di ordini – racconta il titolare Claudio Tiezzi –. Non dico che la crisi sia superata, ma c’è stata di sicuro un’inversione di tendenza, grazie alla ripresa di molte firme. Gucci in primis. Chi lavora con le griffe di alto livello non ha problemi”. (mvg)

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