La scarpa italiana è la più cara d’Europa. Il dibattito dei calzaturieri: “La qualità va pagata”; “No, i costi maggiori incidono per il 30%”

La scarpa italiana è la più cara d’Europa: pregio o difetto? In base al prezzo medio delle esportazioni calzaturiere 2017 l’Italia vende all’estero a circa 42 euro, rispetto ad un prezzo medio europeo di 18,5 euro al paio. La Spagna, stando a quanto riporta Modaes.es, vende a 16,43 euro e dietro all’Italia c’è la Finlandia con 38,18 euro. Poi troviamo Svezia con 29,61 euro, Francia con 29,24 euro, Portogallo con 23,70 euro, Croazia con 22,97 euro e Danimarca con 22,44 euro. “I problemi sono a monte, non è che dipenda da noi italiani abbassare o alzare i prezzi medi rispetto alla concorrenza europea. È che non siamo comunque competitivi, in quanto a parità di prodotto con aziende spagnole o portoghesi, mediamente costiamo il 30% in più e tutto ciò è dovuto ai costi di manodopera nettamente più alti e al conseguente cuneo fiscale” analizza Arturo Venanzi, calzaturificio Franceschetti. Le aziende calzaturiere made in Italy puntano sulla qualità e di conseguenza vorrebbero poter esportare a prezzi ancora più alti, come sostiene Sara Galli del calzaturificio Brunate: “Per l’esclusività della calzatura made in Italy dovremmo puntare ad alzare il prezzo. È vero che corriamo il rischio di ridurre la produzione, ma è pur vero che noi italiani facciamo le scarpe più belle del mondo! Che costano…”. (mv)

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