Irregolari, in nero e minorenni: laboratorio cinese di pelletteria sequestrato ad Arquà Polesine

Lavoratori irregolari, alloggiati in strutture abusive e in condizioni igienico-sanitarie scadenti. Sono le contestazioni formulate dagli ispettori del lavoro e dai militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Rovigo nei confronti di un imprenditore cinese al termine di un’attività investigativa condotta ad Arquà Polesine nella notte fra mercoledì e giovedì scorsi. Ispettori e militari hanno controllato un laboratorio di produzione e lavorazione di accessori nella località veneta, individuando 14 lavoratori stranieri, di nazionalità cinese. Producevano articoli di pelletteria ed è ancora in corso l’accertamento per capire se li confezionassero falsi o su committenza di un brand estero. 5 dipendenti risulterebbero privi di qualsiasi copertura previdenziale e assicurativa, due dei quali sarebbero inoltre irregolarmente presenti sul territorio italiano. Altri 2, infine, sarebbero minorenni. Durante i controlli, sono state riscontrate gravissime condizioni igieniche e sanitarie, individuando alloggi abusivi realizzati in cartongesso. Da ultimo, nel laboratorio sarebbero stati utilizzati prodotti fortemente irritanti per l’apparato respiratorio e per la cute ma, nonostante ciò, nessun lavoratore sarebbe stato dotato dei dispositivi di protezione individuale. L’ispettorato del lavoro ha disposto l’immediata sospensione dell’attività lavorativa, ordinando la regolarizzazione dei lavoratori e la messa a norma delle irregolarità. Al contempo sono state quantificate sanzioni amministrative per 14.000 euro e il gestore del laboratorio è stato denunciato per il reato di occupazione di stranieri non comunitari privi di permesso di soggiorno.

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