Kanpur, i conciatori si difendono e contrattaccano: “Investimenti? Il Governo ci sostenga”

“Non erano questi i patti”. Il distretto della concia di Kanpur si difende, o almeno prova, dall’offensiva del governo Modi. Il contesto è quello, di cui vi abbiamo già reso conto, degli sforzi di Nuova Delhi per ripulire l’inquinatissimo Gange. Secondo la stampa locale, il primo ministro avrebbe deciso di raggiungere l’obiettivo “senza badare a compromessi”. Per riuscirci, Modi sta mobilitando il Tribunale per i reati Ambientali (NGT), l’organo statale di controllo Central Pollution Control Board (CPCB) e il governo amico (perché sotto guida dello stesso partito, quello dei nazionalisti indù BJP) dell’Uttar Pradesh. E qui veniamo ai problemi di Kanpur. Perché tra i 30 depuratori inefficienti presi sotto esame dalle autorità, ci sarebbe anche quello del distretto conciario, dove, riportano i giornali, ad esempio la concentrazione di coliformi fecali (un batterio) è dieci volte superiore ai limiti consentiti dalla legge, mentre nei collettori è elevata la concentrazione di cromo. Le concerie di Kanpur, messe sotto pressione da Nuova Delhi perché sloggino dalle attuali sedi instaurandosi in un nuovo distretto, più efficiente (e più lontano dal Gange), insorgono: col precedente esecutivo dell’Uttar Pradesh (a guida del partito SP) avevano siglato un protocollo che escludeva l’ipotesi di trasferire le aziende, per la mancanza di alternative e per il danno che il trasloco avrebbe comportato alle attività. Dalle colonne di Bloomberg, i conciatori di Kanpur spiegano la complessità della situazione: “Siamo attaccati da più soggetti pubblici che, anziché coordinarsi, ci incalzano uno alla volta”. Il risultato? “Perdiamo un mucchio di tempo a rispondere a ogni sollecito”. Ma non è solo questo il problema: “Il depuratore è vecchio di 20 anni e andrebbe rimodernato. Intanto gli affari languono e siamo in crisi. Il governo ci chiede di investire. Ma con che soldi? Piuttosto ci sostenga”.

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