E-commerce e Italia: le vendite digitali crescono, ma i retailer sono in ritardo e rischiano il World Wild Web

Le vendite online crescono, ma non sono mai abbastanza.
I negozi italiani non riescono ancora a sfruttare le potenzialità del web. In Italia, tra novembre e dicembre, lo shopping digitale è cresciuto del 20% rispetto allo stesso periodo del 2017, grazie anche a Black Friday e Cyber Monday, e tra i prodotti più richiesti ci sono state sneaker e accessori. Il fashion assorbe 2,9 miliardi di euro (+20% sul 2017) dei 27,4 miliardi del business online 2018 che ha registrato un incremento del 16% sull’anno precedente (dati dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm del Politecnico di Milano). Secondo Roberto Liscia, presidente di Netcomm: “Tra 5 anni il 20% dei prodotti fashion sarà acquistato online, ma l’80% nei negozi. Il canale fisico dovrà però offrire l’esperienzialità digitale per poter competere”.

Nonostante la crescita attuale e prevista, però, per Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, spiega che “in Europa, l’Italia è ancora lontana dai principali mercati e-commerce, come Francia, Germania e Regno Unito”. Una risposta a questo ritardo l’ha data Massimo Torti, segretario generale di Federazione Moda Italia: “In Italia il 33% dei negozi di moda ha un sito internet, ma solo il 13,6% vende online. È necessario un nuovo approccio che incroci i canali fisici con quelli digitali, ma serve una regolamentazione dell’e-commerce sui rapporti tra produttore, distributore e consumatore, altrimenti più che di World Wide Web dovremmo parlare di World Wild Web. Tra l’altro, in pochi espongono l’etichetta dei prodotti online, come sarebbe invece obbligatorio”. (mv)

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