L’e-luxury arriverà a valere 74 miliardi, ma (dice McKinsey) la boutique non passerà mai di moda

La penetrazione dell’e-commerce cresce, e crescerà ancora. Ma la sua quota nella distribuzione del lusso conosce un tetto fisiologico (il 20% medio) che non può superare: il retail fisico, anche se trasformato nelle forme e nelle modalità, rimarrà centrale e preponderante. È una delle conclusioni cui giunge il rapporto “The age of digital darwinism” realizzato da McKinsey e di cui dà notizia il Sole 24 Ore. Ad oggi l’e-commerce vale una quota dell’8% del mercato dei beni personali di lusso, cioè movimenta 20 miliardi di euro su 254. Il business è già quintuplicato rispetto al 2009. Grazie alla maturazione del reverse omnichannel, cioè del processo di integrazione tra l’online e l’offline, il peso specifico del digitale crescerà ancora. McKinsey stima che nel 2025 l’alto di gamma fatturerà online il 20% delle vendite (74 miliardi su 383 totali). Ma attenzione. Mentre in altri comparti (l’industria discografica, ad esempio) l’online ha completamente fagocitato l’offline, nel lusso il rapporto è destinata a fermarsi proprio al 20% medio. La boutique, insomma, rimarrà un’esperienza imprescindibile.

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