M&A in fermento nonostante (o proprio per) il rialzo dei tassi

M&A in fermento nonostante (o proprio per) il rialzo dei tassi

Nonostante e al contempo proprio per il rialzo dei tassi, le aggregazioni di filiera sono in fermento. BCE e FED dall’estate 2023 hanno reso progressivamente il denaro, e quindi gli strumenti finanziari, più costosi: circostanza sufficiente a rallentare le compravendite. Ma lo scenario finanziario sta contemporaneamente facilitando le operazioni di fusione e acquisizione. Lo vediamo nei fatti. L’elenco dei deal conclusi è già molto ricco e non siamo arrivati nemmeno a metà anno. Nel mensile n. 6 – 2023 di La Conceria, intitolato Credito, spieghiamo il perché.

Acquisizioni più convenienti

È vero che il rialzo dei tassi rende più onerosa l’operazione di acquisizione. Ma è altrettanto vero che l’accesso al credito si è fatto molto più stringente per le PMI. Quelle che, causa pandemia, non hanno ripristinato il regolare flusso di cassa diventano automaticamente prede. E anche buon mercato. “Anche a fronte di multipli in via di normalizzazione rispetto a due anni fa”, come spiegano gli esperti di FTI Consulting dalle pagine nel nostro mensile n. 6 (Credito”)

E sono già tantissime

Il block notes sul quale annotiamo le operazioni M&A compiute è già piuttosto pieno. Solo nell’almanacco del mese di maggio abbiamo visto LVMH Métiers d’Art rilevare la maggioranza del gruppo conciario Nuti Ivo. Idee Partners investire sulla pelletteria Petri & Lombardi. Il calzaturificio Mec Europa Due comprare il tomaificio RM. Il gruppo OTB far sua la pelletteria Frassineti. Permira rilevare la maggioranza del Gruppo Florence. Gemata andare su Costa così come Sicit finire in Cile per prendere il controllo di Patagonia Biotecnologia.

 

 

E aumenteranno

L’acquisizione di aziende della filiera è una tendenza generale. Alcuni addetti ai lavori sottolineano che per sostenere i prezzi sempre più alti dei marchi del lusso è indispensabile migliorare la qualità del prodotto. Per cui come riuscire a produrre più velocemente e meglio degli altri, e a un costo inferiore, è prioritario per le griffe. Non a caso LVMH ha avviato circa 10 operazioni di M&A nell’ultimo anno. La corsa è diventata più frenetica negli ultimi due anni a causa dall’interruzione della supply chain dovuta alla pandemia. Alcuni esperti prevedono che, nel contesto attuale, i brand del lusso accelereranno ulteriormente con le integrazioni verticali. Alcuni marchi potrebbero essere costretti a farlo per proteggere la filiera ed evitare altre interruzioni della supply chain. D’altronde maggiore controllo della filiera vuol dire avere margini più elevati, qualità dei prodotti più stabile e time-to-market più rapido. Con conseguente polarizzazione del mercato. Perché i marchi più piccoli troveranno sempre più difficoltà a produrre e a mantenere i loro vantaggi competitivi. (mv)

 

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