I sei mesi dell’area pelle francese: export totale +8%, scarpa poco meglio della borsa, scivola la concia

CNC è il Conseil National du Cuir, cioè la confederazione che, in Francia, raccoglie e rappresenta “9.400 aziende e 130.000 addetti, impiegati nell’industria della pelle, della conceria, della calzatura, della pelletteria, della guanteria, della distribuzione”. Tutta, o quasi, la filiera. Nei giorni scorsi ha diffuso l’analisi congiunturale relativa ai primi sei mesi del 2018. Risultato: tenendo insieme i dati delle esportazioni di conciato, scarpe e borse, la crescita è stata pari al +8%. Nel dettaglio: la concia mostra un giro d’affari semestrale in aumento del 2,5%, ma esportazioni che scivolano, perdendo l’1% del loro valore. Sotto il profilo strettamente produttivo: crescono le capre (+4,6%), cede il resto della produzione (bovini -2,1%, vitelli -5,9%, ovine -3,1%). In grande spolvero la pelletteria. Fatturato dei produttori transalpini di accessori: +5,7%. Export: 3,5 miliardi di euro, +8%. Da notare: volano le vendite di cinturini in pelle, che crescono del 27% rispetto al primo semestre 2017. L’export calzaturiero viaggia su ritmi leggermente superiori, realizzando 1,7 miliardi di euro, in aumento del 9% su base annua. Ma, di contro, la produzione dei calzaturifici è scesa di una percentuale superiore (-9,6%). Per chiudere, la materia prima conciaria. L’export di “cuirs et peaux bruts” è aumentato del 5%. Tornando alla pelletteria, CNC spiega che “il settore ha esportato un minor numero di borse in volume, ma a un prezzo più alto”, passato da 447 a 499 euro, in aumento del 12%. Immagini tratte da conseilnationalducuir.org.

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