India, politica e giustizia mandano in tilt l’area pelle: il mercato della materia prima al collasso

I clienti di pelli e prodotti in pelle dei Paesi occidentali cominciano a guardare altrove, ad esempio al Brasile. Negli ultimi 6 mesi il prezzo della materia prima è cresciuto a causa dei blocchi concentrici posti dai governi locali e nazionale alle macellazioni: la pelle del bufalo, ad esempio, è passata dal costo di circa 25 dollari agli attuali 36. L’approvvigionamento è fermo al palo: ad oggi, solo il 40% delle 30.000 pelli che quotidianamente arrivano alle concerie di Kanpur è effettivamente consegnato. Sono le grida d’allarme, raccolte dalla stampa indiana, dei conciatori dell’Uttar Pradesh. L’area pelle locale deve fronteggiare un duplice motivo d’allarme: se la Corte Suprema ha sospeso la legge che vieta il commercio di animali a fini agroindustriali, rimane l’azione di una politica ostile per ragioni religiose alle industrie della carne e della pelle. Da ultimo, le concerie devono dare seguito a un provvedimento dell’Tribunale per l’Ambiente, che dà loro poche settimane per cambiare location. Le conseguenze sono già visibili. Secondo Times of India, il 40% dei trader di pelli dell’India del nord ha chiuso.

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