CGIA Mestre misura la delocalizzazione italiana: 35.000 società con partecipazioni estere, anche se…

Sono oltre 35.000 le imprese estere partecipate da società italiane. A dirlo è un’indagine dell’ufficio studi di CGIA di Mestre, secondo la quale alla fine del decennio scorso le aziende con produzione delocalizzata erano 31.672. Tra il 2009 e il 2015 il numero è cresciuto del 12,7% arrivando a quota 35.684. “Chi pensava che la meta preferita dei nostri investimenti all’estero fosse l’Europa dell’Est rimarrà sorpreso” dice il segretario della Cgia, Renato Mason. I principali Paesi di destinazione degli investimenti italiani sono Stati Uniti (3.500 casi), Francia (2.551), Romania (2.353), Spagna (2.251), Germania (2.228), Regno Unito (1.991) e Cina (1.698). Parallelamente, però, molte aziende sono rientrate (CGIA ne ricorda due, significative: Benetton e Piquadro), anche se “purtroppo – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – non ci sono statistiche complete in grado di fotografare con precisione il fenomeno della delocalizzazione produttiva. Infatti, non conosciamo, ad esempio, il numero di imprese che ha chiuso l’attività in Italia per trasferirsi all’estero. Tuttavia, siamo in grado di misurare con gradualità diverse gli investimenti delle aziende italiane nel capitale di imprese straniere ubicate all’estero”.

 

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