Il Senegal ha un piano per la pelle: “Ora ne sprechiamo il 70%”

Il Senegal ha un piano per la pelle: “Ora ne sprechiamo il 70%”

Se il Senegal ogni anno spreca il 70% (secondo stime ministeriali) della materia prima conciaria, dipende dall’approssimazione con cui avvengono raccolta e conservazione delle pelli. Specie in occasione del “Tabaski”, come in Africa Occidentale chiamano la Festa Islamica del Sacrificio. Per questo il Ministero del Turismo e dell’Artigianato di Dakar, racconta la stampa locale, ha allestito un programma che aiuti il Paese a valorizzare le pelli ovicaprine (e esportare, possibilmente, prodotti a maggiore valore aggiunto).

 

 

Il Senegal spreca il 70% delle pelli

Il programma del ministero senegalese, chiamato “Tabask’Cuir”, parte dalla formazione del personale. Si stanno sensibilizzando gli operatori della carne ad adottare migliori tecniche di prelievo delle pelli dalle carcasse, operazione che va insieme alla formazione di 76 artigiani (già selezionate 64 donne) nella preparazione del materiale e di 50 giovani per lo stoccaggio. Di questa tranche di operazioni fa parte l’investimento di oltre 12 milioni di franchi CFA (poco meno di 200.000 euro al cambio attuale) in macchinari e materiali per lavori laboratoriali. Più onerosa è la seconda fase del progetto. Il governo prevede di spendere ulteriori 21 milioni di franchi CFA (circa 320.000 euro) per modernizzare una conceria nel dipartimento di Guédiawaye. L’opificio, attualmente definito “artigianale”, dovrebbe diventare il riferimento non solo per la filiera delle pelli ovicaprine, ma anche delle bovine.

Foto Shutterstock

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