Mehdi Slimani, fondatore del brand africano di scarpe Sawa, ha spiegato a Radio France le difficoltà incontrate quando, nel 2009, ha deciso di iniziare la sua attività imprenditoriale nel nativo Camerun. L’opportunità di farlo gli è stata fornita dall’approdo della sua prima collezione sugli scaffali della catena parigina Le Bhv Marais: “Sawa è nata in Camerun, ma sfortunatamente il livello di corruzione ci ha costretto a trasferirci in Etiopia. Acquistavamo le pelli e le componenti da Marocco, Tunisia ed Egitto. Oggi, visto che il 90% del valore delle scarpe è nella pelle, è più facile lavorare in Etiopia perché hanno tutto. In Camerun, al momento dello sdoganamento al porto di Doula, le merci non si sarebbero mosse se non avessi pagato il pizzo. Il governo è assolutamente indifferente al problema. Ho chiesto un incontro al direttore del porto che per dieci volte me l’ha concesso e per dieci volte non si è presentato. In Etiopia è diverso perché puoi fare affidamento sui politici e sui lavoratori”. (pt)
Il caso delle scarpe africane Sawa: via dal Camerun (destinazione Etiopia) causa corruzione
