Da 100.000 a un milione di paia. L.L. Bean, stivali made in Maine, non si fermano più

I Bean Boots, ufficialmente chiamati Maine Hunting Shoes, vanno a ruba. L’azienda che li produce, L.L. Bean con sede a Freeport, nello stato del Maine (USA), è passata dalla vendita di 100.000 paia di dieci anni fa alle oltre 600.000 del 2016. Stima 2017? 750.000 paia. 2018? Un milione di paia. Una crescita inarrestabile, al punto che L.L. Bean ha da poco raddoppiato lo spazio produttivo nello stabilimento di Lewiston (un’altra unità produttiva si trova a Brunswick) e creato 160 nuovi posti di lavoro. Lanciati nel 1911, questi particolari stivali devono la loro popolarità all’impermeabilità ottenuta grazie al fondo e alla parte inferiore della scarpa realizzata in gomma, mentre tutto il resto dello stivale è in pelle. La maggior parte dei materiali proviene dalla zona di produzione. Dal 2010 sono tornati in voga e oggi possono essere definiti gli stivali più famosi al mondo, anche perché molti dei suoi componenti vengono ancora assemblati a mano. Per averli, nel 2016 i clienti hanno dovuto sopportare lunghe liste di attesa, come accade per Hermés… Quest’anno, invece, il reparto produttivo ha lavorato senza sosta, con tre turni giornalieri, per restare al passo con gli ordini. Farli fabbricare a terzisti? “Non accadrà mai” ha dichiarato qualche giorno fa a Bloomberg il capo delle pubbliche relazioni dell’azienda, Mac McKeever. “Gli stivali sono sempre stati cuciti a mano nel Maine dai nostri esperti artigiani e sarà sempre così”. Tra i fattori di successo anche il prezzo: il modello base costa solo 120 dollari con la garanzia di poter restituire il prodotto in ogni momento e per qualsiasi motivo. (mv)

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