Toscana, la riforma regionale delle bollette dell’acqua divide i conciatori. Per i piccoli è una stangata

Entro fine anno i conciatori del Comprensorio del Cuoio dovranno pagare bollette salatissime per il consumo dell’acqua. Aumentati i consumi? No, la ragione della stangata, che vede i costi per le aziende raddoppiati e in certi casi quadruplicati rispetto agli anni scorsi, è una riforma varata dalla Regione Toscana lo scorso 16 agosto. Un nuovo sistema di calcolo pensato per semplificare il quadro, ma che “penalizza soprattutto le piccole imprese, cioè il 90% del tessuto industriale della nostra regione”, commenta Michele Matteoli, presidente del Consorzio Conciatori di Ponte a Egola. Alcune concerie che finora pagavano tra 1000 e 2000 euro l’anno, ora si ritrovano a doverne sborsare quasi 4000. “Il nostro lavoro per trovare una soluzione va avanti dai primi di settembre, da quando sappiamo della delibera regionale – racconta Matteoli -. Abbiamo fatto una lettera congiunta con l’Associazione di Santa Croce e l’Assa (Associazione Lavorazioni Conto Terzi Settore Conciario), alla quale sono seguiti degli incontri”. Il presidente si dice fiducioso, ma i tempi si fanno sempre più stretti: “Prima questa tassa veniva pagata a luglio, ora c’è tempo fino al 31 dicembre per effettuare i pagamenti. Speriamo intanto in una proroga”. Finora il canone era calcolato in maniera proporzionale alla quantità di metri cubi consumati, ora non è più così. “Chiediamo maggiore equità”, conclude Matteoli in attesa di sviluppi. Così le aziende più grandi e con maggiori consumi si troveranno in alcuni casi a pagare meno di prima. Secondo Piero Rosati, amministratore delegato della conceria Incas: “Accentrando quella che era una competenza delle province si rende comunque più equo il trattamento: un’azienda di Fucecchio, in provincia di Firenze, non pagava le stesse bollette di una di San Miniato, in provincia di Pisa. Ora non si paga solo il consumo idrico, ma anche il diritto al prelievo”. (mvg/rp)

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