Vicenza: la concia disdice l’accordo integrativo e lo trasforma in uno strumento di welfare

L’accordo ormai era obsoleto. Non solo: ai dipendenti, in tasca, arrivava meno del 50% di quel che, in realtà, gravava sulle aziende. Meglio disdire e trovare una formula nuova, moderna, “liberando risorse da destinare allo sviluppo di strumenti di welfare aziendale, anche alla luce della previdenza complementare sancita dal recente rinnovo del CCNL della concia”. Le parole sono di Bernardo Finco (Adelaide), presidente della Sezione Concia di Confindustria Vicenza, e spiegano la ragione per cui i conciatori vicentini hanno deciso di disdire l’accordo integrativo che prevedeva un premio di natura economica che, spiegano i conciatori, era compreso tra i 60 e gli 85 euro mensili, ma che di fatto per le aziende pesava, in media, il doppio. Il cambio di rotta avverrà il prossimo 1° settembre e, ha spiegato Finco alla stampa locale, “trasforma questo costo in uno strumento che offre la possibilità di dare l’intero beneficio agli operai i quali si troveranno ad avere il raddoppio dell’importo, a fronte del medesimo esborso da parte dell’impresa, in una nuova forma di rapporto”. Quale? La proposta è quella di trasformare l’integrativo in una sorta di card, ricaricata da parte dell’impresa, con la quale il lavoratore potrà fare la spesa in alcuni esercizi commerciali convenzionati.

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