Materia prima USA, basta iron brand: nel 2016 il 74,3% dei bovini macellati non aveva marchiatura

Nel 2016 il 74,3% dei bovini macellati negli USA non presentavano marchiature a fuoco, mentre il restante 26,7% portava il marchio nella zona posteriore o nei pressi della coda, come preferito dagli operatori dell’area pelle. Lo sostiene il report Beef Quality Assurance, progetto governativo che ogni anno dal 1991 analizza la zootecnia statunitense. Lo studio fornisce dati interessanti sul trend storico delle marchiature. Così come dal 2011 a oggi la quota di animali non marchiati è passata dal 55,2% al summenzionato 74,3%, nello stesso periodo quella degli esemplari che presentano più di una marchiatura è calata dal 9,9% all’1,6% odierno. A proposito della localizzazione dei marchi, il numero degli animali con marchio sui fianchi è passata dal 14% del 1991 al 6% del 2016. Stephen Sothmann, presidente di USHSLA (l’associazione dei grezzisti statunitensi) plaude ai risultati, che “testimoniano lo sforzo dell’industria della carne USA perché il loro lavoro sia eccellente per gli operatori dell’intera filiera”. La presenza o meno di marchiature incide sul valore della pelle grezza, ricorda USHSLA: quella con marchio nella zona posteriore vale 1-2 dollari in meno rispetto a quella che non ne ha, mentre il prezzo di quelle con marchio sui fianchi perde 10-12 dollari. La marchiatura, ancor di più, ha ricadute sulla qualità del materiale finito prodotto dalle concerie USA. Secondo Sothmann, allora, è un bene che gli allevatori rinuncino allo strumento.

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