Che tirasse una brutta aria nel distretto della scarpa del lusso di San Mauro Pascoli è noto. Il problema è una situazione che pare accumunare grandi brand insieme a piccoli contoterzisti. La nuova tegola chiama in causa Baldinini, che avrebbe deciso di chiudere il reparto produzione, mantenendo invece la parte commerciale insieme alla modelleria. La decisione è stata annunciata la settimana scorsa alle organizzazioni sindacali con possibilità di un ripensamento aziendale ai minimi termini. “Sapevamo delle difficoltà ma non ci aspettavamo una scelta così drastica”, spiega Marco Dallamora, segretario generale di Forlì-Cesena di FILCTEM CGIL.
Se il reparto produzione
Poco meno di una trentina le maestranze interessate al provvedimento con le quali i sindacati stanno cercando di trovare soluzioni tra ricollocamento, prepensionamenti e ammortizzatori sociali. Nello stabilimento di San Mauro Pascoli Baldinini produceva la scarpa elegante femminile, mentre quella casual veniva già esternalizzata. “Da alcuni anni la produzione fashion a San Mauro impegnava 5-6 mesi all’anno – prosegue Dallamora –. Per il resto si attivano gli ammortizzatori del caso. Speravamo che qualcosa cambiasse in meglio. Invece la generale situazione di difficoltà del sistema moda, sommata alle grandi problematiche con cui l’azienda ha dovuto fronteggiare il mercato russo e quello ucraino per gli effetti della guerra, hanno portato a uno stato di crisi di notevole impatto”.
In attesa
Se la decisione dovesse essere definitiva, Baldinini per la prima volta nei suoi 115 anni di storia non produrrebbe una sua calzatura a San Mauro Pascoli, laddove è nata. Interpellata l’azienda su questa possibile decisione si è riservata di farci sapere in merito. (ff)
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