Brasile incapace di esportare scarpe

Brasile incapace di esportare scarpe
Problemi per la calzatura brasiliana, che non riesce a esportare le proprie collezioni. Abicalçados, l’associazione dei produttori locali, definisce il proprio Paese “inospitale” per chi vorrebbe tentare la conquista dei mercati esteri. Nel 2012 l’export di scarpe in pelle è diminuito del 24% circa in quantità, con una perdita monetaria di circa il 26%. Una conferma delle difficoltà nell’export da parte del gigante sudamericano arriva da uno studio della Banca Mondiale, che pone il Brasile all’ultimo posto in una graduatoria dei 45 esaminati nel generare aziende che mirano all’export.
Gli Stati Uniti si confermano la prima destinazione dell’export calzaturiero brasiliano, con una crescita quantitativa del 9%. Tuttavia, il fatturato derivante dalle vendite Usa è in calo, perché nel frattempo il prezzo medio è sceso da 23 a 15 dollari. Segue l’Argentina, che non solo ha comprato meno (-25,8%), ma anche a prezzo inferiore (-30,4%). Al terzo posto la Francia, il cui import è quasi raddoppiato (+85,4%) sebbene anche in questo caso il prezzo sia in diminuzione (9,34 dollari al paio contro i quasi 15 del 2011). Le cifre sorridono solo nei confronti della Russia: maggiori quantità (+1,7%) e valore (oltre 18 dollari al paio).
La diminuzione dei valori monetari dell’export vale sia nel caso della pelle, che non supera i 30 euro al paio, sia soprattutto in quello del sintetico e della gomma, che scende dagli 11,5 dollari di due anni fa ai 9 dell’anno scorso.
La sopravvivenza dei calzaturifici dipende quindi soprattutto dal mercato interno, dove l’imposizione di forti dazi all’import sostiene la produzione nazionale. Nell’export i brasiliani sono penalizzati soprattutto da inefficienze interne e dal real troppo apprezzato. (p.t.)

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