Calzatura: giù l’import USA, cresce quello giapponese. Pechino crolla

Stati Uniti mercato in salute per la calzatura? No, nel primo semestre l’import è sceso. Giappone in crisi? No, gli acquisti di scarpe dall’estero, nella prima metà dell’anno, sono aumentati. Cina inarrestabile? No, l’export calzaturiero, tra gennaio e giugno, è crollato. Partiamo dagli USA, che detengono il 20,8% delle importazioni mondiali di scarpe. Nei primi sei mesi 2016 hanno importato oltre il -6% in quantità (1,246 milioni di paia), -5,9% in valore. La Cina, principale fornitore degli Stati Uniti, ha perso l’11% in volume e il 13,2% in fatturato. La sua quota di mercato è passata dall’82,2% del primo semestre 2015 al 73% dello stesso periodo del 2016. Chi l’ha conquistata? A parte Italia, Indonesia e Messico, tutti gli altri Paesi hanno evidenziato una crescita a doppia cifra. Numeri che smentiscono, almeno per il momento, l’istituto di analisi indiano Ken Research il quale ha previsto una crescita dell’export cinese in USA che dovrebbe arrivare al 71% entro il 2018. Secondo China Leather Industry Association, infatti, tra gennaio e giugno l’export di Pechino ha perso il 12%. Dalla Cina al Giappone, il quarto più importante consumatore mondiale di scarpe. Nel primo semestre 2016 il Sol Levante ha importato calzature per 2,688 milioni di dollari +3,7% rispetto allo stesso periodo del 2015. Anche qui Cina in calo (-4,8%) e quota di mercato che scende dal 57,9 al 53,2%. E l’Italia? Crescita a due cifre in Giappone per World Footwear (+8,9% per Assocalzaturifici). (mv)

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