Calzatura Italia, preconsuntivo 2018: l’export vale (quasi) 10 miliardi, la produzione perde volumi. Il 2019? Cauto

Record dell’export, ma la produzione scende. In occasione di Micam, il salone internazionale della calzatura che si aprirà domenica a Milano, Assocalzaturifici ha diffuso le stime del preconsuntivo 2018 del settore che ha raggiunto un valore record dell’export di circa 9,6 miliardi di euro (+0,7%) ottenuto nonostante la riduzione delle paia vendute del 2,3%. Di conseguenza, con un mercato interno fermo, è scesa anche la produzione (-4% nel secondo semestre 2018) con un calo pari al 2,6% per l’intero anno, secondo l’indagine a campione condotta dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici. Numeri che, secondo l’associazione, ribadiscono “il ruolo ormai determinante nei risultati settoriali svolto dai grandi brand internazionali del lusso”. Tradotto, significa il ruolo della produzione contoterzi destinata soprattutto a Svizzera (utilizzata dalle griffe come piattaforma logistico-distributiva) e dall’impennata del prezzo medio della Francia. Confermata la nuova frenata della Russia i cui livelli di vendita attuali sono pari alla metà di quelli del 2013. Fermo il mercato italiano, fatta eccezione per le sneaker. La riduzione della produzione porta a un calo del numero delle imprese e degli addetti. A consuntivo 2018 il settore contava 4.505 aziende, con una diminuzione di 203 calzaturifici, tra industria e artigianato rispetto al 2017, pari al -4,3% e 75.680 addetti diretti con una flessione di 920 occupati (-1,2%). Marche maglia nera con 138 imprese perse e (-1.116 addetti, tra calzaturifici e produttori di componentistica). Il 2019 si è aperto all’insegna della cautela, con la riduzione dell’1,3% in quantità degli ordini dell’ultimo trimestre 2018 il che fa pensare che il trend negativo della produzione proseguirà. (mv)

 

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