Vietnam e altri Paesi del Far East conquistano spazio nelle forniture calzaturiere agli Usa, ma la Cina resta il punto di riferimento per i consumi e per l’affidamento di commesse da parte delle holding di settore. Lo riporta uno studio commissionato dalla Fdra, associazione dei distributori e retailer calzaturieri degli Stati Uniti. La quota però si sta riducendo. Nel 2013 l’import in milioni di paia dalla Cina rappresentava l’81% del totale Usa, nel 2018 è destinato a scendere al 71%. Il Vietnam, attualmente al 10%, salirà al 12%. Lo scorso anno, l’aumento dell’export calzaturiero vietnamita negli Usa è stato pari al 20% e le prospettive sono ancora più interessanti per l’adozione dell’accordo di partnership Trans-Pacific, che cancellerà i dazi all’ingresso, pari a 361 milioni di dollari. Oltre a Cina e Vietnam, stanno aumentando le quotazioni di Cambogia, India, Etiopia e di Paesi latinoamericani. La produzione interna fornisce appena l’1% delle calzature consumate ogni anno negli Stati Uniti. Il totale importato nel 2013 è stato di 2,3 miliardi di paia, per una media di 7,32 paia pro capite. “Americans love shoes” ha commentato il presidente dell’associazione, Matt Priest. (ag)
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