Condannati per bancarotta i vertici di Lucana Calzature

Condanne in linea con la richiesta del pubblico ministero per i vertici della Lucana Calzature, azienda con sede a Maratea. Per l’ex presidente del Cda, Rosario Silenzi, la pena è di sette anni e tre mesi di detenzione a fronte degli otto anni auspicati dal pm, mentre gli altri due imputati, l’amministratore delegato Enzo Camerlengo e il terzo membro del Cda Lanfranco Rossi, sono stati condannati a sei anni e sei mesi; per loro il pm aveva chiesto 5 anni. L’accusa riguarda la gestione dell’azienda tra il 1999 e il 2000, prima del fallimento dichiarato dal tribunale di Lagonegro il 21 novembre del 2001, quando gli imputati avrebbero causato un buco di quasi 3 milioni di euro. Soldi che, secondo l’accusa, sarebbero finiti a società o gruppi riconducibili agli stessi imputati, i quali sono stati condannati anche per aver tenuto i libri contabili in maniera tale da non consentire la ricostruzione del movimento di affari dell’azienda. Il collegio del tribunale ha stabilito che gli imputati risarciscano la parte civile respingendo, però, la richiesta di provvisionale avanzata dalla curatela fallimentare. Gli imputati sono stati scagionati da alcune ipotesi di bancarotta, tra cui quella in cui erano accusati di aver sottratto materie prime per complessivi 1,3 milioni di euro. Inizialmente era anche contestata l’accusa di truffa aggravata, in relazione ai fondi pubblici avuti per mettere in piedi la fabbrica. Ma questa imputazione fu dichiarata prescritta a conclusione dell’udienza preliminare nel mese di gennaio del 2008. (mc)

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