“Mr. Trump, salva la scarpa dai dazi!”. Oltre 80 aziende USA hanno firmato la lettera che FDRA – Footwear Distributors and Retailers of America ha inviato al presidente degli Stati Uniti chiedendogli di esentare le calzature dai dazi. Tra di loro ci sono anche Nike, Adidas, Puma, Steve Madden, Brooks, Columbia Sportswear, Crocs, Designer Brands, Skechers, Under Armour, VF Corp. e Wolverine. Anche la scarpa USA, molto chiaramente, dice “no” ai dazi.
Anche la scarpa USA scrive a Trump
La lettera che FDRA ha inviato alla Casa Bianca precisa come i dazi reciproci si “sommano alle elevate aliquote tariffarie già esistenti sulle calzature”. Il risultato è che molte aziende calzaturiere americane ora devono pagare tariffe che vanno da “oltre il 150 a quasi il 220%“. “I significativi aumenti di prezzo impediscono ai consumatori americani di avere calzature a prezzi accessibili”, si legge nella lettera. Ancora più importante, la missiva sottolinea che “questi dazi non riporteranno la produzione di calzature negli Stati Uniti. Siamo l’unico settore in cui i dazi non aumentano significativamente la produzione interna; i dazi diventano solo un impatto significativo sulla cassa di ogni famiglia”.
Profondamente preoccupati
I firmatari hanno aggiunto di essere “profondamente preoccupati per l’imminente perdita di posti di lavoro nel settore calzaturiero negli Stati Uniti”. Ma anche “per i costi aggiuntivi per i consumatori e per la riduzione della spesa al consumo”. Questo “ostacolerà fondamentalmente il nostro settore e danneggerà l’intera economia statunitense”. I dati FDRA mostrano che le vendite di calzature sono crollate del 26,2% nella settimana conclusasi il 22 febbraio rispetto ai livelli dell’anno precedente, a causa dei timori di aumenti tariffari. Per cercare di gestire l’emergenza-dazi, i dirigenti del settore calzaturiero hanno formato un think tank. Si chiama Footwear Innovation Foundation. Aiuterà il settore calzaturiero a diventare più proattivo nel rimodellare il futuro delle calzature negli Stati Uniti. (mv)
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