Crollano le vendite di scarpe negli USA. I calzaturieri messicani temono di non essere più competitivi. Walmart chiede lo sconto ai suoi fornitori cinesi. È bastato lo spettro dei dazi per scatenare il panico in Nord America. E i retailer statunitensi si affidano alla tecnologia e all’intelligenza artificiale per essere al passo con i continui cambiamenti del mercato (e del loro presidente).
È bastato lo spettro dei dazi
Il CEO di FDRA (l’associazione dei distributori), Matt Priest, ha annunciato il risultato di un sondaggio condotto tra oltre 3.000 negozi negli USA. Ebbene, nella settimana conclusasi il 22 febbraio le vendite di calzature sono crollate del 26,2% rispetto alla stessa settimana del 2024. “Questo forte calo non è solo una tipica fluttuazione del ciclo economico – ha detto Priest a Sourcing Journal –. È una chiara indicazione di un cambiamento nel comportamento e nel sentimento dei consumatori legato al continuo aumento dell’inflazione, insieme alle preoccupazioni che i nuovi dazi spingeranno i prezzi ancora più in alto”. Per le insegne è difficile orientarsi in un tale ginepraio di annunci e rinvii. E allora hanno affidato l’elaborazione delle strategie di prezzo all’intelligenza artificiale, scrive WWD: sperano così di preservare i margini e ottimizzare l’inventario in condizioni di mercato.
Il prezzo al fornitore
E qual è la soluzione adottata dal grande magazzino statunitense Walmart? È semplice: chiedere ai fornitori cinesi, tra cui i produttori di abbigliamento, di ridurre i loro prezzi fino al 10%. In sostanza dovrebbero accollarsi l’intero costo dei dazi. Finora, scrive Bloomberg, pochi hanno accettato. I prezzi preoccupano molto sia i calzaturieri messicani che i potenziali clienti, i rivenditori statunitensi. Tra le voci di import USA da Canada e Messico figurano pelli e cuoio, con 600 milioni di dollari, e le calzature, con 1,3 miliardi di dollari. I dazi voluti da Trump (in foto) non si accaniscono tanto su moda, tessuti e scarpe. Ma le imprese a sud del Rio Grande, malgrado la sospensione fino al 2 aprile, sono già in allarme. Secondo CICEG (l’associazione dei calzaturifici del Guanajuato), nel 2024 quasi l’85% dell’export messicano, si legge su Leatherbiz, è stato destinato agli Stati Uniti. Nello stesso anno il prezzo medio per ogni paio esportato è sceso del 33% su base annua. Vuol dire che il prezzo è un fattore determinante e spiega perché i produttori messicani siano preoccupatissimi: il rincaro potrebbe metterli fuori gioco.
Leggi anche: