E se la calzatura marchigiana diventasse un brand (a 360 gradi)? La risposta potrebbe essere Shoes Valley

Rendere identificabile la scarpa prodotta tra Civitanova Marche e Fermo. È l’obiettivo del progetto che mira a trasformare il distretto marchigiano in Shoes Valley, brand territoriale capace di valorizzare il patrimonio culturale ed economico della filiera. L’idea è di Salina Ferretti (titolare di Falc e vicepresidente Assocalzaturifici). Il progetto è stato redatto nell’ambito di Live, spin off promosso dall’Università Politecnica delle Marche, da Gabriele Micozzi  (docente dell’ateneo marchigiano) insieme a Gianluca Gregori, prorettore. “Obiettivo del progetto è restituire a chi compra e vive il made in Marche un’esperienza a 360 gradi dell’eccellenza territoriale” ha detto Ferretti. Non solo scarpe, dunque, ma enogastronomia, paesaggio, patrimonio artistico. La costituzione di Shoes Valley, a cui contribuirà anche la Regione, imporrà la risoluzione di alcuni nodi, anche infrastrutturali, dalla fermata del Frecciarossa alla stazione di Civitanova, alla presenza di un aeroporto solido. “Ho svolto una ricerca sui brand italiani più apprezzati e riconosciuti nel mondo. Al primo posto c’è la Ferrari. Ma c’è anche l’esempio di diversi consorzi, come Prosciutto di Parma, dove immediato è il legame con il territorio che viene utilizzato come volano per il proprio brand. Qui, occorre costruire un sistema territoriale, le Marche, che devono passare da plurale a singolare: in caso contrario questo territorio diventerebbe un museo di ciò che è stata la calzatura, oppure un cimitero” ha detto Micozzi durante la conferenza stampa di presentazione del progetto che è ancora in fase di definizione. Il rilancio della calzatura marchigiana potrebbe passare anche da qui. (mv)
Foto tratta dal Corriere Adriatico

 

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