Il 2021 della scarpa marchigiana: “Qui nessuno riparte da solo”

Il 2021 della scarpa marchigiana: “Qui nessuno riparte da solo”

Marche: il 2021 sarà l’anno della ripresa o di una rinnovata sofferenza dei calzaturifici? E cosa accadrà quando terminerà il blocco dei licenziamenti? La scarpa marchigiana vuole difendere il proprio distretto che, però, rischia di essere decimato. Le proposte non mancano. Dalla responsabilità di filiera in accordo con le grandi griffe alla creazione di una piattaforma digitale territoriale. Passando per la richiesta di prolungare gli ammortizzatori sociali in modo da non perdere addetti e competenze.

La scarpa marchigiana

Nelle Marche c’è il timore che nei prossimi mesi si assisterà a un significativo numero di aziende che chiuderanno e a una possibile ondata di licenziamenti. “Impossibile fare una previsione e dare dei numeri” afferma Valentino Fenni, presidente della sezione calzature di Confindustria Centro Adriatico e vicepresidente di Assocalzaturifici. “Non fa certo piacere licenziare, ma l’imprenditore non ha altre soluzioni. Dobbiamo puntare a un rafforzamento degli ammortizzatori sociali affinché aziende e dipendenti restino legati, altrimenti perderemo competenze” afferma l’imprenditore di Grottammare. Il quale pensa anche alla formazione a costo zero per ipotizzare di ricollocare le risorse umane all’interno della stessa azienda. “Qui nessuno riparte da solo” spiega Fenni che si rivolge anche alle grandi griffe che producono nelle Marche. Per esempio: Tod’s, Fendi, Prada e Valentino. “Serve che i i big del nostro settore si mettano in gioco e decidano di puntare con forza sulle maestranze del distretto. Serve fare filiera per dare incentivi e crediti agevolati per chi si mette insieme. E per chi crea una catena produttiva capace di coinvolgere ogni settore, dalle scarpe agli accessori e alle pelli”.

Cassa Integrazione

Nel settore pelli, calzature e cuoio le ore di Cassa Integrazione autorizzate nelle Marche nel 2020 sono arrivate a quota 12,6 milioni, in aumento sul 2019 del 462%. Daniela Barbaresi, segretaria regionale della CGIL (che ha diffuso il dato), su Corriere dell’Economia parla di “dati agghiaccianti” del calzaturiero. “La Regione deve intervenire creando una piattaforma digitale territoriale per valorizzare territorio e produzioni e attrarre buyer, investitori, turisti/consumatori” propone Matteo Piervincenzi, presidente dei calzaturieri di Confindustria Macerata. (mv)

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