In cerca dell’erede: Vogue Italia intervista Zanotti e Beretta

In cerca dell’erede: Vogue Italia intervista Zanotti e Beretta

“Non riesco a immaginare Giuseppe Zanotti senza Giuseppe, ma è una questione di ego, sappiamo che non funziona così”. Il suo erede creativo potrebbe essere Nicolò Beretta, 28 anni, che l’imprenditore di San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena) ha preso sotto la sua ala protettiva. Infatti, gli ha affidato la collezione Autunno-Inverno 2023-2024 “Nicolò Beretta mentored by Giuseppe Zanotti”. Perché Zanotti ha scelto Beretta? La risposta arriva da un’interessante intervista doppia pubblicata da Vogue Italia.

In cerca dell’erede

“Penso che Giuseppe – dice Nicolò Beretta a Vogue Italia – riconosca il mio approccio fresco nei confronti della calzatura. Cerco di prendere questo lavoro con leggerezza e spontaneità, voglio divertirmi. E poi credo che apprezzi la mia voglia di fare e di mettermi in gioco”. Vogue Italia mette in risalto i tratti comuni alle due generazioni di creativi, ma anche le inevitabili diversità. La prima scarpa che ha fatto battere il cuore di Giuseppe Zanotti è stata uno stivale extra large indossato da Janis Joplin in una copertina di un disco. “Non avevo idea di voler fare questo mestiere” confessa lo stilista romagnolo. Per Nicolò Beretta, invece, la prima scarpa, quella che non si scorda mai, è stata “la scarpetta di cristallo di Cenerentola”.

 

 

Creativo o imprenditore?

Un creativo ha le basi per essere un buon imprenditore? “Il ruolo di creativo ha rischiato di farmi commettere passi falsi ed errori clamorosi da un punto di vista finanziario. Poi ho capito che avevo bisogno di supporto e questa realtà si è trasformata. Da 15 siamo diventati 90 e poi persino 700. Oggi siamo in 500” spiega Zanotti. La visione di Beretta è più contemporanea e figlia dei social. “Credo che oltre a essere imprenditori della propria azienda, oggi sia necessario essere anche imprenditori di se stessi e della propria immagine”.

Consigli per i giovani

Ai giovani, “consiglio di affidarsi alle proprie mani, di lanciarsi nel vuoto e guardare il mondo da un’altra prospettiva. Non importa saper fare un disegno tecnicamente perfetto, ma riuscire a trasmettere delle vibrazioni attraverso quello schizzo” osserva Zanotti. Per Beretta, “se si sceglie di essere indipendenti, bisogna essere consapevoli, emotivamente preparati. Spesso le scuole di moda non riescono a dare agli studenti un’idea concreta del mondo del lavoro. È fondamentale non farsi fagocitare da un sistema che brucia tutto velocemente”. (mv)

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