La scarpa italiana nel primo trimestre 2025: export giù del 4,1%

La scarpa italiana nel primo trimestre: export giù del 4,1%

Primo trimestre 2025 difficile per l’industria calzaturiera italiana. Il fatturato scende del 7% con l’export che si riduce del 4,1% in valore. Ma c’è qualche segnale su cui aggrapparsi per il futuro. Non riguarda il mercato italiano, però, che acquista solo sneaker. Mentre la maggiore sensibilità dei consumatori verso il prezzo influenza alcune rilevazioni.

La scarpa italiana nel primo trimestre 2025

“Non si registrano miglioramenti significativi nel panorama economico e geopolitico internazionale. Ci sono segnali di tenuta, ma la ripresa è ancora tiepida” commenta Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici. L’incertezza legata ai dazi USA, i conflitti in corso, la volatilità dei mercati e la scarsa fiducia dei consumatori sono i fattori che pesano sull’andamento del settore.

 

 

57,07 euro al paio

I dati elaborati dall’ultimo report del Centro Studi Confindustria Accessori Moda sono stati illustrati oggi nel corso dell’Assemblea Annuale di Assocalzaturifici. Nel primo trimestre 2025, il comparto ha registrato una flessione del fatturato del 7%. L’export segna un +2,5% nelle paia, mentre in valore scende del 4,1%. Le esportazioni sono state di 3,04 miliardi di euro per 53,2 milioni di paia. I prezzi medi si sono contratti del 6,5% arrivando a 57,07 euro al paio. Un segnale che, se confermato nelle prossime rilevazioni, potrebbe far emergere la maggiore attenzione dei consumatori verso il prezzo dei prodotti.

I segnali positivi

Tra i segnali positivi, spicca il recupero dell’export verso la Germania (+15,5% in valore e +17% in paia), favorito da una base di confronto (i primi tre mesi del 2024) piuttosto debole. La Francia, che si conferma primo mercato di destinazione della scarpa made in Italy grazie al terzismo per le griffe transalpine, vede un +4,6% in quantità ma un -6,9% in valore. Bene Emirati Arabi e Turchia. Molto male tutta l’Asia. In calo anche la Russia mentre per gli USA +2,2% in valore e -10,6% nei volumi.

Il mercato interno

Analizzando il dettaglio territoriale, solo la Lombardia espone un export positivo (+5,9%). In rosso il Veneto (-10,6%) e la Toscana (-20,1%, con -24% per Firenze). Marche -6,9%, Emilia-Romagna -12,3%, Puglia -5,7% e Campania -20,9%. Quanto al mercato italiano, i consumi delle famiglie sono in linea con l’inflazione (-1,2% in spesa e -2,1% in quantità) dovuta all’aumento dei costi energetici. L’analisi dei prodotti evidenzia come in Italia si acquistino solo scarpe sportive e sneaker. In calo tutti gli altri segmenti. (mv)

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