La sportiva USA torna a casa: reshoring strutturale per le grandi multinazionali della sneaker?

La necessità di velocizzare le consegne sta diventando più importante del prezzo: ecco perché, anche grazie ai robot, la produzione di sneaker sta ritornando negli Stati Uniti. Dopo aver assistito, per decenni, alla delocalizzazione produttiva in Asia, ora le multinazionali della sportiva spingono sul reshoring negli USA. Tre le ragioni di base:  innovazioni tecnologiche, aumento del costo del lavoro in Cina, necessità di poter smistare più rapidamente possibile la produzione. “Oggi i brand puntano a distribuire prodotti sul mercato con maggiore velocità – ha detto Matt Powell, analista di NPD Group – e se la produzione è asiatica occorrono mesi prima che arrivi negli Usa”. Esempi di reshoring? Adidas aprirà il primo stabilimento statunitense in Georgia il prossimo anno; Under Armour ha aperto un nuovo centro di progettazione e produzione a Baltimora, sua città natale, per sviluppare le linee di calzature e abbigliamento; Nike ha dichiarato di voler aprire più di uno stabilimento produttivo in Nord America e Reebok (che produce esclusivamente in Asia) prevede di aprire un nuovo laboratorio ad alta tecnologia nel Rhode Island. Tornano tutti a casa, quindi, a far compagnia a New Balance che, pur avendo delocalizzato in Asia (e produrre anche in Gran Bretagna) non ha mai chiuso le linee produttive negli USA. (mv)

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