Ha fatto le scarpe di Mastroianni, Totò, De Niro, ma “assumere costa troppo”: a rischio la storica calzoleria Petrocchi di Roma

Dal realizzare le scarpe di Totò e Mastroianni all’abbassare per sempre la saracinesca. Per la storica calzoleria Petrocchi di Roma il passo fatale pare prossimo. Il gioiello dell’artigianalità calzaturiera italiana rischia infatti di chiudere a causa del prezzo eccessivo dell’affitto dei locali di vicolo dei Sugarelli, ma, soprattutto, per il “costo legato all’avere un giovane ragazzo italiano a bottega”. A raccontarlo al Corriere della Sera è Daniela Ridolfi, erede della calzoleria, la quale spiega che assumere con un contratto di tirocinio o apprendistato un giovane artigiano italiano sarebbe troppo costoso per una piccola attività come la sua, “così si finisce a prendere a bottega studenti stranieri con la formula dello stage”. Si rischia così di veder svanire nel nulla un’attività storica o cedere all’estero un know how preziosissimo. Da Petrocchi, infatti, vennero realizzate le calzature di Kirk Douglas per “Ulisse, di Audrey Hepburn e Mel Ferrer per “Guerra e pace” ma anche di Robert De Niro per “C’era una volta in America”. E poi ci sono stati i grandi volti del cinema italiano come Totò, Mastroianni, Valentina Cortese, Omar Sherif, che alla calzoleria Petrocchi si sono rivolti per avere un prodotto interamente realizzato a mano sulle loro forme. Prezzo: a seconda delle cuciture e del pellame, dagli 800 ai 1800 euro. Dicono da Petrocchi che la fattura artigianale garantisce una durata eterna, che richiede solo risuolature ogni 10 anni.

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