Morì cadendo dal tetto della Selcom (gruppo Adelchi), processo al via

E’ ricominciato il processo per la morte di Luisa Picozzi, ingegnere milanese di 31 anni, deceduta tragicamente il 29 settembre del 2010. La giovane donna precipitò dal solaio di un capannone industriale dell’ex Selcom, società del gruppo Adelchi, perché il rivestimento in eternit presente sul solaio aveva coperto anche il lucernario in plexiglass (capace di reggere un peso di soli 20 chilogrammi per metro quadro), trasformandolo, come ha scritto il gup, “in un’insidia e una trappola”. A giudizio sono finiti l’ingegnere Davide Scarantino, ad della Sun System, l’azienda per cui Lisa Picozzi lavorava; Adelchi Sergio, patron dell’omonimo gruppo di Tricase; Luca Sergio, 42 anni (figlio di Adelchi), legale rappresentante della Selcom. La famiglia della vittima, assistita dall’avvocato Massimo Bellini, si è costituita parte civile. Secondo l’avvocato Giuseppe Milone, a capo dell’ufficio legale della Sun System, l’ingegner Picozzi avrebbe dovuto solo scattare alcune foto dei capannoni e la sua presenza non era richiesta sul tetto degli stessi. Tesi che però è stata smentita da un altro teste, Gianluca Zaccaria, che aveva fatto da intermediario tra l’azienda milanese e quella salentina e che ha spiegato come il sopralluogo fosse negli accordi preliminari. Secondo la sua versione la donna avrebbe trovato al suo arrivo le scale già posizionate per raggiungere la sommità degli edifici industriali. Dinanzi al giudice è comparso anche il maresciallo dei carabinieri Stefano Taddei, che ha raccontato dei rilievi e sopralluoghi eseguiti subito dopo la tragedia. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 31 marzo. (mc)

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