In ritardo, poco “terzista” del lusso: i difetti della scarpa marchigiana secondo Enrico Ciccola (Confindustria Centro Adriatico)

“La calzatura marchigiana? Troppo eterogenea. Siamo in ritardo perché in passato ogni azienda ha affrontato il mercato singolarmente. Una strategia che ha funzionato, ma ciò ha impedito alle imprese di fare rete e sinergia. Rimanendo piccoli non siamo riusciti a creare marchi internazionali autonomi”. Per Enrico Ciccola, presidente dei calzaturieri fermani della neonata Confindustria Centro Adriatico, le aziende devono prendere due direzioni: o vanno per conto proprio, investendo nel digitale e nell’innovazione, o producono per i marchi internazionali. “Deve crescere l’aspetto del terzismo, del lavoro per i brand del lusso che si stanno orientando verso Napoli, Toscana e Veneto” ha detto Ciccola che ha parlato anche di export verso Russia, questione primaria nelle Marche: “Non so quanto possa davvero migliorare nel breve periodo. È forte la concorrenza sul prezzo, fattore che in Russia ha portato alla chiusura di tanti piccoli negozi e il permanere di grandi buyer che, pur continuando a volere prodotti made in Italy, cercano prodotti a prezzi molto competitivi”. Per il prossimo theMicam (16/20 settembre, FieramilanoRho), Ciccola pronostica una stabilità della Russia, un maggior interesse della Cina e un punto interrogativo per il mercato americano. (mv)

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