La scarpa brasiliana contro le regole d’importazione argentine

Gilberto Capoani, presidente della commissione Mercosur del Parlamento del Rio Grande do Sul (Brasile), ha radunato i principali rappresentanti dei calzaturifici e l’associazione di categoria (Abicalcados) per analizzare il problema del calo dell’export verso l’Argentina. Di recente, il settore calzaturiero brasiliano attende di “dare corso” a 220 ordinativi per un controvalore di 5 milioni di dollari, ordini che però non riescono ad essere evasi. Il motivo: Buenos Aires richiede alle aziende un affidavit anticipato (Declaración Jurada Anticipada de Importación) mirato a controllare le importazioni, a promuovere gli acquisti domestici e limitare il calo delle riserve valutarie. La misura, introdotta nel 2012, ha causato prima la diminuzione, ora il crollo (-43%, da 24,7 a 14 milioni nel primo trimestre 2014) degli acquisti. La misura non è però valida per la Cina che ha visto l’export verso l’Argentina crescere di quasi il 10% nello stesso periodo. Per il rappresentante di Abalbicados, Igor Hoelscher, “si tratta di un sistema illegale, che non rientra nelle norme del World Trade Organization. Nel 2010 vendevamo in Argentina il 60% delle nostre scarpe, la percentuale odierna è del 29%”. (pt)

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