Mentre i calzaturifici arrancano, tra cassa integrazione e ordinativi a singhiozzo, il brand Seishou ne ha appena aperto uno in Toscana, nella zona di San Miniato. La necessità è quella di assicurarsi un pieno controllo della produzione, ma la notizia è in controtendenza rispetto all’andamento generale della manifattura italiana. Il marchio, nato cinque anni fa in Italia, ha un’anima giapponese: la designer è Yuko Matsuzaki, originaria di Tokyo, con oltre 25 anni di esperienza tra Londra e Milano. “La scarpa Seishou ha la manifattura toscana ma la testa è giapponese – ci racconta la stilista dallo stand presente all’ultima edizione di Pitti Uomo 108 –. È questo che fa la differenza rispetto a ciò che c’è già. Il concetto è quello di una calzatura pulita, minimal e comoda”.
Controllo sulla produzione
L’ufficio stile del brand è a Milano e la produzione, come già specificato, è basata in Toscana. L’idea di aprire un proprio stabilimento produttivo nel distretto calzaturiero fiorentino è nato dopo esperienze precedenti non proprio soddisfacenti. “In passato abbiamo prodotto in Toscana e nelle Marche da contoterzisti, ma sentivamo l’esigenza di un calzaturificio nostro. Abbiamo provato ad aprirlo in Puglia, ma non ci siamo trovati bene – raccontano –. Ci serve avere sotto controllo la qualità e la varietà dei prodotti. Ci rende più liberi. L’idea di poter seguire tutto dall’inizio alla fine è importante per noi”.
Lo stile
Le calzature Seishou propongono “uno stile classico che si adatta alla vita moderna”, come spiega Yoku Matsuzaki. Tutti i modelli puntano su leggerezza e morbidezza attraverso la scelta di pelle italiana per la tomaia e suola in gomma ultra light. Seishou in giapponese significa “cantare all’unisono”. L’obiettivo del brand è di “esprimere una visione di armonia dove l’estetica raffinata del Giappone contemporaneo si fonde con la maestria artigianale italiana”.
Dall’online al retail
Il canale di vendita principale resta comunque l’e-commerce. I Paesi dove si concentrano le vendite sono il Nord Europa e l’Asia, in particolare Cina e Giappone. “Pitti è per noi l’occasione di un rebranding. Vogliamo rilanciare il marchio anche nella vendita al dettaglio nei negozi – annunciano –. Il prodotto si inserisce in una fascia medio-alta”. (mvg)
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