Assemblea UNIC: la conceria italiana nel 2016 è prima in Europa e nel mondo. Ora va alla ricerca di giovani

La concia italiana nel 2016 ha rappresentato il 65% del valore della produzione europea e il 68% dell’export di pelli finite prodotte nel Vecchio Continente e vendute in Paesi extra-UE. Ma la pelle nostrana non è solo leader nei confini europei. Può vantare record anche su scala globale, dove è la prima per valore di produzione (19%) e dell’export di pelli finite (27%). Sono i primati emersi durante l’Assemblea annuale di UNIC (Unione Nazionale Industria Conciaria) di Milano. Occasione in cui il settore ha tracciato il bilancio di un anno difficile, chiuso con calo contenuto sia del valore che dei volumi della produzione. A condizionare il settore sono stati gli andamenti critici e irregolari delle destinazioni legate al fashion (le produzioni conciarie destinate alla pelletteria sono calate del 7% e quelle per calzatura e abbigliamento del 2%). In area positiva l’imbottito, specie per gli interni auto (+8%). Mentre i primi mesi del 2017 lasciano sperare in una velata ripresa, UNIC detta le sue linee programmatiche per guidare la crescita del settore e delle attività associative. Tra le priorità enunciate dal presidente Gianni Russo compaiono la promozione delle iniziative di alternanza scuola-lavoro nelle concerie, la crescita del settore attraverso corsi di formazione mirati alla preparazione di personale specializzato, un convinto sostegno alle nuove generazioni di conciatori, soprattutto. I giovani “rappresentano non più del 13%” degli addetti ai lavori e per questo UNIC sta “facendo molto per mettere in evidenza l’attrattiva del lavoro in conceria: collaborazione con le scuole, dalle elementari alle Università, eventi, pubblicazioni”. Dello stesso avviso sono i membri del Gruppo Giovani Imprenditori di UNIC. “I giovani possono portare alla conceria una nuova visione delle cose, una grande accelerazione nei tempi e nei modi di produrre – ha commentato Teresa Sari della Conceria Martucci di Solofra – per garantire ad un settore di alta tradizione la continuità nel tempo”. “In conceria c’è sempre un mix tra tradizione e innovazione – aggiunge Marta Lupi della Conceria BCN di Santa Croce sull’Arno – come giovane riesci quindi a portare delle nuove idee, pur mantenendo le basi del processo com’era in passato per ottenere altissima qualità, portando degli elementi innovativi. C’è grande dinamicità, ogni giorno è diverso dall’altro, e bisogna per forza innovare per rimanere sul mercato”. (mvg/rp)

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