Caos India: i conciatori accusano il governo di favorire il Pakistan che, intanto, chiede meno ostacoli doganali

La capitale indiana della pelle sta abdicando al proprio ruolo. Continuano le difficoltà per gli imprenditori conciari del distretto di Kanpur dopo lo stop all’attività imposta dal governo lo scorso novembre. Tra le conseguenze più negative c’è stato il crollo dei prezzi del grezzo, passato da 2.000 rupie al metro quadrato (circa 25 euro) a 700 rupie (9 euro) in pochi mesi. Molti fornitori hanno cercato di spostare le vendite sull’altro importante distretto conciario indiano, quello di Calcutta, ma anche qui hanno dovuto mantenere i prezzi bassi a causa dell’offerta crescente. Critiche al governo sono state mosse anche dall’ex governatore dell’Uttar Pradesh, Akhilesh Yadav, attuale presidente del partito Samajwadi, che secondo quanto riporta The Print, ha dichiarato che “le politiche del governo stanno avvantaggiando il Pakistan“. Conferme arriverebbero proprio da qui, dove Pakistan Tanners Association (PTA) avrebbe chiesto al Ministero delle Finanze di rivedere gli Ordini Regolatori Statutari (SRO), ossia le norme che regolano le importazioni di macchinari per conceria e pelli grezze, nonché il prelievo della tassa di importazione sui prodotti chimici di base. PTA avrebbe esortato il governo a rimuovere il dazio doganale dell’11% annunciato a gennaio sulle importazioni di macchinari nonché il requisito di quarantena imposto alle materie prime di base (pelli grezze e pelli).
Immagine Shutterstock

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