Conceria, rivoluzione circolare a Santa Croce: firmato patto da 80 milioni di euro tra Regione e Assoconciatori

Ridurre gli scarti industriali, fino ad eliminarli. Trasformare i residui della lavorazione conciaria in sottoprodotti. Obiettivo: diventare un comparto a impatto zero. È stato firmato ieri il primo Patto per l’Economia Circolare in Toscana, sottoscritto da Regione, Associazione Conciatori e Rea Impianti (nella foto).

L’accordo prevede di attrezzare il distretto di Santa Croce sull’Arno di tutti gli impianti necessari al recupero sicuro dei rifiuti: ammodernamento del depuratore, impianto di trattamento fanghi, struttura di trattamento dei sottoprodotti. L’investimento è di 80 milioni di euro. Tra le principali finalità ci sono il recupero e riuso degli scarti per ricavarne concime organico di alta qualità e conglomerati bituminosi e cementizi secondo un processo completamente riconducibile a pratiche di economia circolare.

Come si legge sul portale toscananotizie.it, “attualmente vanno in discarica 50.000 tonnellate di scarti di lavorazione (prodotti da concerie e manifatture). Ad esse si aggiungono circa 20/30.000 tonnellate di scarti di pelli prodotte altrove nel territorio regionale, 20.000 tonnellate di carniccio e rasature ad oggi usate per produrre concimi e 70.000 tonnellate di fanghi”. Gli investimenti prevedono macrointerventi di potenziamento dell’impianto di depurazione. “Si tratta di un accordo che segna una rivoluzione nello smaltimento dei rifiuti e un grande salto di qualità anche per il settore industriale – ha commentato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi – perché porta sviluppi futuri per il lavoro, l’occupazione e la tutela dell’ambiente. Questo patto getta anche le basi perché in Toscana si possano attrarre nuovi investimenti sia nel settore conciario sia nel comparto moda”. “L’accordo di oggi – ha aggiunto il presidente Associazione Conciatori, Alessandro Francioni – si inserisce nel quadro di investimenti che l’Associazione sta proseguendo nell’ottica di valorizzare tutte quelle che sono le pratiche di economia circolare. In quest’ottica avrà un impatto particolarmente positivo il recupero che i conciatori faranno dei ritagli di pelle da parte dei clienti (pellettieri e calzaturieri) offrendo così nel modo più utile una soluzione razionale e positiva per l’intera filiera”. L’accordo, spiegano in Regione Toscana, punta anche ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti non recuperabili prodotti dalle imprese conciarie presso la discarica di Scapigliato (Cecina) di Rea Impianti per tutta la durata della fase transitoria (3 anni) fino all’entrata in funzione dei nuovi impianti di economia circolare. “Terminato questo investimento – ha aggiunto l’Assessore alle Attività Produttive regionale Stefano Ciuoffo – ci saranno altre imprese che si insedieranno nel distretto del cuoio e aziende della moda che verranno in Toscana, basandosi sulla certezza che le nostre procedure sono garantite. L’economia circolare è sinonimo di qualità e un vantaggio competitivo del distretto”.

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