L’Italia è uno strano paziente: “Rappresenta meno dell’1% della popolazione mondiale. L’Europa, di cui fa parte, raggiunge il 7%. Producendo, però, il 25% della ricchezza globale”, sono i dati snocciolati da Davide Giacalone (nella foto). Eppure, malgrado la posizione privilegiata, lo Stivale “ama dipingersi come un Paese sempre sull’orlo del baratro”, denuncia il giornalista, intervenuto a Milano durante l’Assemblea UNIC 2018. Non si tratta di un vezzo, per quanto fastidioso, ma di un vero e proprio handicap che il Paese si auto-impone: “Siamo gli unici in Europa a non essere tornati ai livelli pre-crisi – spiega –, mentre solo l’export non ha mai smesso di crescere, se non nel biennio 2010-2011”. La diagnosi di Giacalone, che di recente ha dato alle stampe “Ricostituente – La potenza commerciale e l’impotenza istituzionale” (Rubbettino Editore), è chiara: “Siamo un Paese che si aggrappa, difende e conserva quello che non funziona. Viviamo nell’autoinganno che ci serva proprio quello che non funziona”. Roma, al contrario, dovrebbe guardare ai settori che crescono: “Come la concia, tessera della parte preziosa del mosaico e della realtà italiana”.
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