Fatti, non parole: la pelle non è un driver della deforestazione. La concia italiana ed europea, rappresentate da UNIC – Concerie Italiane e Cotance, si è presentata ieri – 3 giugno 2025 – al Parlamento Europeo di Bruxelles per lanciare “un messaggio chiaro e scientificamente fondato: la pelle non è un motore della deforestazione”. Si è trattato dell’ennesimo passo necessario per rafforzare la solidità e la propositività della posizione dell’industria conciaria nei confronti del regolamento EUDR.
La concia a Bruxelles mette in chiaro i fatti
A ospitare l’incontro “EUDR: La pelle è causa di deforestazione? – Portare i fatti al Parlamento Europeo” è stato l’onorevole Salvatore De Meo (PPE). “Il workshop di alto livello ha riunito oltre 50 partecipanti in presenza provenienti da tutto il mondo – commentano gli organizzatori -. Tra questi, rappresentanti diplomatici di Stati Uniti, Argentina, Turchia e Australia, funzionari di Stati Membri dell’UE (Italia, Polonia), della Commissione Europea, eurodeputati, organizzazioni internazionali, esperti di settore e rappresentanti di aziende leader e concerie”. “Siamo grati all’eurodeputato De Meo – spiega UNIC – che ha ascoltato le nostre preoccupazioni. Ci ha dato l’opportunità di portare all’attenzione delle istituzioni europee gli effetti concreti di una normativa disconnessa dalla realtà dell’industria conciaria”.
Mettere in chiaro i fatti
I “fatti portati a Bruxelles” erano, in particolare, racchiusi in uno studio condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna (Università di Pisa) che potete leggere cliccando qui. Il documento è supportato da un’analisi accademica estensiva (oltre 94 milioni di record, 29.200 titoli attivi, 330.000 libri) e 28 interviste a stakeholder. Presentato da Luca Marrucci (Istituto di Management dell’ateneo toscano) offre una rassegna completa della letteratura scientifica e dei dati disponibili sull’effettiva incidenza della pelle sulla deforestazione. “La risposta alla domanda di partenza è: assolutamente no – spiega Marrucci -. Il nostro è uno studio di natura socioeconomica sugli effetti dell’EUDR. Evidenzia chiaramente come non esista un link diretto tra pelle e deforestazione. È largamente riconosciuto come l’EUDR comporterà lo spostamento geografico del mercato, con un crollo della domanda del 10/15% e delle occupazioni pari a quello della crisi del 2012. E, anche, un paradossale effetto negativo sotto il profilo ambientale”. Insomma: i fatti parlano chiaro. Ora serve portare a un altro livello il confronto – costruttivo – tra industria e UE.
Regolamento sacrosanto, ma…
“Sono felice di difendere un settore che rappresenta l’orgoglio della moda italiana e che è ingiustamente stigmatizzato dall’EUDR – commenta De Meo -. Tutti vogliamo contrastare la deforestazione. Ma non si aiuta la credibilità della normativa europea se si introducono misure che non producono benefici ambientali reali e che al contempo soffocano la competitività dell’industria europea”. Per l’europarlamentare Roberto Vannacci (PfE), presente all’incontro, una revisione dell’EUDR in relazione al coinvolgimento dell’industria conciaria è una necessità di “buonsenso e pragmatismo”. Pieno sostegno arriva dalla Rappresentanza Permanente Italiana presso l’Unione Europea: “Il problema che ponete è reale – dice Tiberio Schmidlin -. L’auspicio è che si possa semplificare e minimizzare l’impatto su un settore che possiede un link veramente insignificante con la deforestazione. Avete il nostro il nostro appoggio. Nel decidere il posticipo di un anno è stato fatto presente che vanno semplificati e ridotti gli oneri. È un’esigenza diffusa: ora sta a chi ha il potere di farlo di fare una mossa in questo senso. Da parte degli Stati membri è stato segnalato il problema e sottolineato il messaggio”.
Il prossimo passo
Per UNIC e Cotance si apre, dunque, una nuova partita, basata sul presupposto che nessuno mette in dubbio l’impianto generale dell’EUDR e le sue finalità. E consapevole che è evidente la volontà del legislatore di operare in un’ottica di semplificazione. Anche perché, come ha evidenziato Silvia Melegari, segretario generale di CEI-Bois & EOS (European Confederation of the Woodworking Industries): “Abbiamo 38 articoli con 150 pagine di spiegazioni e interpretazioni. Tutti vogliamo combattere la deforestazione, ma non con questo mostro legislativo. Ci allineiamo completamente alle posizioni della concia. Serve un intervento legislativo, nonostante il coraggio delle ultime FAQ che però non hanno valore in questo senso”. Un primo passo, come spiegano da UNIC, potrebbe essere quello di eliminare dal regolamento alcuni adempimenti inutili, ma super impattanti. Per esempio: quello di geolocalizzare le materie prime nei Paesi a basso rischio o insignificanti. La partita dell’EUDR, dunque, resta apertissima.
Leggi anche: